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Sant’Antonio e San Vito

| 2023-06-01
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    Sant’Antonio e San Vito

Sant’Antonio e San Vito: i due Santi e le loro festività in Basilicata

Due Santi celebri e importanti nel panorama della Basilicata sono, Sant’Antonio da Padova e San Vito Martire, rispettivamente celebrati uno il 13 giugno e l’altro il 15 giugno.

Storia di Sant’Antonio da Padova

Sant’Antonio da Padova originario di Lisbona e noto in Portogallo proprio come Sant’Antonio da Lisbona, nacque nella capitale portoghese il 15 agosto 1195, appartenente all’ordine francescano. Viaggiò molto vivendo prima in Portogallo, poi Francia e Italia, conobbe San Francesco d’Assisi e visse per un periodo anche a Forlì, proprio per questo lì prese il nome di San Antonio da Forlì.

Fu inviato poi dallo stesso San Francesco in Francia per contrastare la diffusione dei catari e degli eretici. Visse anche a Bologna e Padova e morì a 35 anni nel 1231. Fu canonizzato da Papa Gregorio IX nel 1232 e poi dichiarato “dottore della chiesa” nel 1946. Oggi il suo culto è tra i più diffusi del cattolicesimo. Le sue reliquie sono presenti nella Basilica di San Antonio a Padova.

In vita Sant’Antonio aveva operato miracoli quali esorcismi, profezie, guarigioni, compreso il riattaccare una gamba, o un piede, recisa, fece ritrovare il cuore di un avaro in uno scrigno, ad una donna riattaccò i capelli che il marito geloso le aveva strappato, rese innocui cibi avvelenati, predicò persino ai pesci. Viene onorato ogni 13 giugno. Protettore dei viaggiatori, dei matrimoni e delle donne gravide e delle famiglie.

Culto Sant’ Antonio in Basilicata

La devozione di Sant’Antonio da Padova è molto sentita in Basilicata e in particolar modo nel Vulture-Melfese, dove viene venerato con feste religiose nelle località di Lavello, Melfi e Barile. Se si frequenta la zona nel periodo attorno al 13 giugno si potrà assistere a numerose celebrazioni in onore del Santo.

Numero 13 importante perché rappresenta la “tredicina” cioè i tredici giorni prima del giorno di Sant’Antonio anche essi di notevole rilevanza trascorsi con preghiere e riverenze in suo onore. La vicinanza del Santo ai bambini (visti i tanti miracoli fatti per loro) porta ogni anno piccoli devoti a vestirsi con gli abiti francescani.

Anche nei comuni Balvano, Oppido Lucano, Corleto Perticara, Palazzo San gervasio, Sarconi, Gorgoglione, Rotondella, Tito, Fardella, Stigliano, il culto di Sant’Antonio è molto sentito. Nello splendido borgo di Pietrapertosa, sulle Dolomiti Lucane, in onore di Sant’Antonio viene fatto il “Mascio”.

La Festa del Mascio è articolata in tre fasi che segnano i momenti principali della complessa azione scenico cerimoniale. Nella prima fase viene abbattuto un cerro, albero ad alto fusto, precedentemente individuato e riconosciuto re del bosco. Nella seconda fase è abbattuto un altro albero: un agrifoglio, scelto tra quelli più ricchi di rami e di fogli, detto Cima: la regina de bosco.

Il giorno dell’abbattimento e del trasporto della Cima ha luogo, contemporaneamente, anche il trasporto dell’albero che, nel frattempo, è già stato privato di rami e scortecciato. Il cerro o il Maggio, è trascinato da diverse pariglie di buoi; mentre la Cima è portata in paese con la chioma poggiata sul giogo di due giovani vacche.

Il trasporto processionale dei due alberi è senza dubbio la fase più spettacolare e coinvolgente e consente a chiunque di aderire, con una buona dose di partecipazione, alle varie azioni e alle tensioni che il trasporto stesso genera. La terza fase si realizza in paese dove i due alberi sono trionfalmente introdotti ed accolti con grande gioia, espressa da concerti bandistici ed offerta di vino e biscotti a tutti i presenti.

Il giorno successivo al trasporto, il maggio e la cima vengono innestati uno all’altra, quasi a simboleggiare una sorta di matrimonio tra le due piante. In mattinata si svolge la parte più propriamente religioso-cristiana della processione della statua di S. Antonio per le vie principali del paese. Ultima tappa della statua è dinanzi il convento di S. Francesco.

Nel frattempo il maggio inizia ad essere eretto con tecniche che impiegano lavoro fisico, nelle fattispecie con le funi. Il pomeriggio infine ha luogo la fase conclusiva con la scalata. Il Comune di Anzi presenta i “Fuochi di Sant’Antonio 2023” in programma nei giorni dal 10 al 12 Giugno. A Rotonda il culto di Sant’Antonio è festeggiato con il rito arboreo in cui: la sposa detta “Rocca” e lo sposo detto “Pitu” si uniscono in “matrimonio”. Il tutto contornato da balli, canti e buon cibo. Secondo la leggenda infatti Sant’Antonio sarebbe passato dal Pollino e avrebbe dormito in località Marolo circondato da alberi secolari. Dopo alcuni anni un bovaro, secondo la leggenda, sarebbe passato da lì e sarebbe caduto in un burrone. Fu proprio grazie all’invocazione del Santo che il bovaro si salvò.

Storia di San Vito Martire

San Vito, venerato anche come San Vito Martire o San Vito di Lucania, fu un giovane cristiano morto appunto martire nel 303 durante la grande persecuzione dei cristiani dovuta all’imperatore Diocleziano. Annoverato fra i santi ausiliatori e venerato in tutta Europa. Viene onorato ogni 15 giugno. Protettore degli attori, ballerini, danzatori, epilettici, lattonieri. San Vito viene sempre raffigurato con un cane proprio per ricordare che quando Diocleziano lo fece catturare, gli scaglio dei cani affetti da rabbia addosso, ma questi non lo azzannarono.

Nacque a Mazzara del vallo nel III secolo e mori in Lucania il 15 giugno del 303. La tradizione lo vuole però nato in Sicilia da padre pagano. Rimasto orfano di madre, fu affidato alle cure della nutrice Crescenzia e dal pedagogo Modesto, che lo fecero convertire alla fede cristiana. Dopo aver operato già molti miracoli, San Vito sarebbe stato fatto arrestare.

Avrebbe subito torture e sarebbe stato gettato in carcere senza che però avesse rinnegato la propria fede. Sarebbe stato liberato miracolosamente da un angelo e si sarebbe recato in barca in Lucania per continuare il suo apostolato. La leggenda vuole che, durante il viaggio, fosse stato nutrito da un’aquila che gli portava cibo e acqua finché sbarcò alla foce del Sele sulle coste del Cilento.

Fu condotto a Roma dove sarebbe stato perfino supplicato dall’imperatore Diocleziano di liberare il figlio dal demonio, ma, pur ottenuto il miracolo, l’imperatore lo fece arrestare e lo sottopose a torture; venne immerso in calderoni pieni di pece bollente ma rimase illeso, fu quindi gettato in pasto ai leoni ma le bestie divennero mansuete. Fu infine torturato nella carne, ma venne liberato da degli angeli che lo riportò presso il fiume Sele, dove morì per le sofferenze.

Culto di San Vito in Basilicata

Il culto di San Vito è molto sentito a Castelgrande, Rapone, Albano di Lucania. Ad Avigliano il Santo viene onorato con una processione, con la benedizione degli animali e il corteo storico di San Vito, per ricordare la cacciata dei Turchi da parte proprio di San Vito.

A Banzi vengono festeggiati sia Sant’Antonio che San Vito

I Banzesi hanno espresso sempre grande devozione nei confronti dei due Santi, per quel che riguarda Sant’Antonio le celebrazioni eucaristiche sono previste per il giorno 14 giugno e non il 13 per tradizione, alle 18 la celebrazione della messa, alle 19 a seguire la processione per le vie cittadine. Il giorno 15 giugno è dedicato ai festeggiamenti di San Vito Martire, che è il nostro santo patrono. Alle 10 e 30 della mattina ci sarà la celebrazione della messa, seguirà la processione per le vie cittadine e i festeggiamenti continueranno anche il giorno successivo. Il 16 giugno in piazza Gianturco alle ore 21 e 30 ci sarà l’esibizione del celebre artista Eugenio Bennato, con il suo spettacolo Vento Popolare. Ne approfitto per invitarvi tutti a Banzi e poter passare insieme una bella serata all’insegna della musica”, così si è espresso il Sindaco di Banzi Pasquale Caffio per Radio Potenza Centrale.

Non vi resta che festeggiare Sant’Antonio e San Vito nella nostra Basilicata!

A cura di Rocco Monetta





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